lunedì 7 settembre 2009

Lettera aperta.

All'Assessore alla Sanità Regione Piemonte
Eleonora Artesio

Lettera aperta.

Sono Lucrezia Zurzolo, tecnico di laboratorio operante alle Molinette,
e segretario provinciale UGL Sanità. Venerdì 4 settembre mia nipotina
di due anni è stata visitata al pronto soccorso dell'ospedale di
Chieri, per i postumi di una caduta. Gli accertamenti di laboratorio
hanno evidenziato una patologia ematologica. Pertanto la piccola è
stata trasferita al pronto soccorso dell'ospedale Regina Margherita di
Torino. La prima cosa che ho notato è stata l'ubicazione del pronto
soccorso al secondo piano, invece che al piano terra. Per lavori mi
hanno detto. I soliti lavori pubblici, che paiono non avere
necessariamente una logica e neppure una scadenza. Nei cortili
interni, immondizia e macerie. Al Pronto Soccorso, è stata sottoposta
ad ulteriori accertamenti di laboratorio e strumentali, ma la
procedura di ricerca di un vaso sanguigno adeguato è stata una vera
tortura. Il ragionamento suggerisce di adibire a mansioni delicate
solo le persone professionalmente più portate a svolgerle. Non è
giustificabile che i bambini subiscano un tale martirio. Mia nipotina
è quindi stata ricoverata al piano terra, in Pediatria d'Urgenza, per
carenza di posti letto in Ematologia. L'hanno collocata in un box di
circa quattro metri quadri, dall'aspetto poco rassicurante, privo di
finestre. I piccolissimi pazienti sono costretti a vivere in un
ambiente condizionato, ma non climatizzato. Questo non depone a favore
della loro guarigione. Siamo sicuri che quei locali siano a norma? I
pronto soccorso dovrebbero aiutare le persone che stanno male, e per
ottenere questo risultato bisogna lavorare sugli ambienti di lavoro e
sul personale. Un altro pronto soccorso che trasmette l'ansia solo a
vederlo è quello delle Molinette: soffitti bassi, spazi assurdamente
ridotti (a norma di legge?), e specialmente tempi d'attesa protratti
dopo il triage. La sala d'attesa non è presidiata da personale
qualificato. Nel Pronto Soccorso Chirurgia delle Molinette, ospedale
regionale d'eccellenza, esiste una sola sala visite. Il malato “meno
grave” deve quindi sloggiare per lasciare il posto a quello “più
grave”. Non siamo al fronte, e non siamo in guerra. L'emergenza è
sovente un alibi per l'incompetenza che discende dalla gestione
politica della sanità. Dovesse malauguratamente verificarsi un
incidente di massa, o un evento catastrofico, come potrebbe rispondere
adeguatamente la struttura pubblica? Alle Molinette, tutti i direttori
generali hanno fatto il possibile per costruire la palazzina ristoro
ed il parcheggio multipiano. Potevamo farne a meno, e realizzare
piuttosto un vero dipartimento di emergenza.

In attesa di un cortese e sollecito riscontro, sono disponibile ad un
sopralluogo congiunto, per il bene dei piccoli ospiti del Regina
Margherita.

Lucrezia Zurzolo
Segretario Provinciale UGL Sanità Piemonte

giovedì 2 luglio 2009

Il vecchietto dove lo metto?

Ricordate la canzone di pari titolo, cantata da Modugno nel 1977? Forse fu in risposta all'atroce dilemma esistenziale che furono inventate le residenze per anziani RSA: un modo meno drastico per dire “ricovero per vecchi”. Ora il piano sanitario della regione Piemonte, o forse solo quello della cosiddetta “azienda Molinette” ha però pensato bene di sovvertire le cose. Per essere un piano regionale di rottura, questo PRR ha rotto parecchio, partorendo tra le tante furbate il quorum minimo di nascite, come se si parlasse di referendum. Sul versante opposto, i pensatori dell'Assessorato di Corso Regina Margherita hanno deciso di sbaraccare l'IRV, nel senso che non accolgono più ospiti. E il vecchietto dove lo metto?
L'IRV diventerà quindi, nel giro di due o tre anni, un presidio per post-acuzie, dove le Molinette scaricherà i pazienti operati di fresco; perché un letto in un reparto di degenza ci costa più che un soggiorno in una suite nel miglior albergo degli Emirati Arabi! Come mai l'IRV alle Molinette? Come mai le strutture in perdita le regalano a noi? Non ci mancano di certo gli spazi sotto-utilizzati. In questo modo aiutiamo un certo tipo di sanità privata. Tutto ciò ci trasmette un brivido lungo la schiena, a prescindere dalla temperatura esterna. L'amministrazione ci sta tempestando con messaggi molto poco subliminali del tipo:-sette milioni di buco nei primi 3 mesi, e siamo alla fine di giugno,-dobbiamo tagliare gli incentivi, perché i soldi ce li siamo fumati,- dobbiamo fare tutti un sacrificio, specie il comparto. Però non ci dicono come mai continuano a regalare 500mila euro di posizioni organizzative. Pare ci sia un eccesso(?) di infermieri ed OSS, ma non rispondono quando parliamo di super-infermieri, stra-pagati. Non vogliono parlare di ristorazione, né dei costi dei lavori e della manutenzione (più cari di Molinette 2). Tornando all'argomento e chiudendo: crediamo che la sanità debba adeguarsi alle esigenze dell'utenza, e non auspicare che i più deboli, in questo caso gli anziani, si levino sollecitamente dalla faccia della Terra. E pensare che Giovanni Paolo II° sosteneva che l'anziano fosse un enciclopedia vivente.

ERRARE HUMANUM EST...

L'amministrazione ha quantificato il buco nel fondo incentivi in 1,7milioni €. Significherebbe una riduzione del 12% sugli incentivi per tutti, pari a circa 33€ in meno sulla quota mensile di un infermiere o di un tecnico. Qualora i 500 mila € delle posizioni organizzative tornassero in circolo, come abbiamo chiesto, la riduzione potrebbe contenersi entro una quota pro capite di 23€ mensili. Se dobbiamo
proprio tirare la cinghia, facciamolo tutti! Noi però abbiamo sostenuto che il buco nel fondo incentivi riflette quello più generale dell'azienda. Se l'amministrazione la smettesse di affidare consulenze esterne a professionalità ampiamente rappresentate in organico, se qualcuno controllasse reperibilità e straordinari, se i direttori di varia levatura pagassero veramente il prezzo del non raggiungimento
degli obiettivi, se ci fossero meno strutture complesse e meno dipartimenti, se gli obiettivi fossero noti a tutti e raggiungibili,
se le camere operatorie fossero utilizzate meglio...
...perseverare autem diabolicum
Non spetta al sindacato convincere i colleghi che tocca a noi pagare la mala gestione sanitaria. Siamo sempre in attesa che qualcuno ci spieghi cosa intendono con “produzione” in ambito sanitario. Dimettere i degenti prima del tempo? Spostarli in una ex RSA, che solo sulla carta sta diventando struttura per post-acuzie? E se stanno male? Li carichiamo sull'ambulanza, e li riportiamo alle Molinette? Per
l'ennesima volta ripetiamo che le Molinette non è un concessionario. Il venditore d'automobili può darsi da fare, per incrementare le vendite. Il medico e l'infermiere si occupano dei malati presenti in reparto; non scendono per strada a cercarne altri! L'amministrazione dovrà proporci un nuovo schema di suddivisione degli incentivi, che necessariamente penalizzerà qualcuno. Noi non siamo d'accordo su
questo “necessariamente”. Non accettiamo di pagare il prezzo dell'incompetenza dell'amministrazione. Non saremo complici della predazione del salario dei lavoratori, che invitiamo a tenere gli occhi aperti. Attenti alle pagelle ed alla falsa meritocrazia. Da adesso in avanti, la valutazione potrebbe significare soldi in meno
nella busta paga!

Ufficio stampa, Segret UGL Torino 2 luglio 2009_ tel.0116334969

giovedì 21 maggio 2009

UN GRAN BEL CONTRATTINO!

La firma del secondo biennio economico del contratto collettivo 2006-2009 chiude al ribasso uno tra i più scarsi rinnovi della storia della sanità. In questi giorni giornali e televisioni ci hanno informati che i nostri salari sono tra i più bassi tra i paesi civilizzati. Sono talmente miseri che viene da chiedersi se l'Italia faccia ancora parte di quel gruppo di privilegiati. Si capisce come mai i britannici abbiano fatto sciopero contro l'importazione dei lavoratori italiani, che si sarebbero accontentati del 50% in meno. Il secondo biennio economico replica la bufala collaudata nel primo. Allora ci scipparono tredici mesi, sostituendo il rinnovo contrattuale con la cosiddetta “vacanza”. Questa volta di mesi ce ne hanno scippati “solo” dodici, elargendoci per il disturbo da 6,42 a 11,55 euro lordi al mese. La differenza in peggio è che le cifre a regime, riferite al 2009, sono molto inferiori a quelle del 2007. I precedenti rinnovi andavano da 73,73 a 132,64 euro; quelli attuali vanno da 51,39 a 92,45: un buon 30% in meno! La vacanza contrattuale dovrebbe essere un qualcosa in più, rispetto all'aumento vero e proprio; non dovrebbe sostituirlo! Abbiamo notato come i fantasiosi confederali abbiano diffuso tabelle economiche fatte apposta per confondere le idee. Come sarà possibile continuare a farci fessi, quando avremo in mano i listini paga? In sostanza, se ci pagheranno gli arretrati a giugno, prenderemo da 300 a 700 euro! Giacché ci riferiamo a un anno e mezzo, trattasi di una elemosina giornaliera compresa tra i 55 centesimi ed 1,3 euro (un caffè alla macchinetta o al bar), tutti rigorosamente lordi e tassati all'inverosimile, perché in questo paese non solo ci pagano poco, ma ci tassano anche molto. Altrimenti chi li mantiene i parassiti? Se dichiariamo i redditi mediante il 730, recuperiamo qualcosa, ma ce li fanno sudare. Quando calcolano gli esorbitanti costi della sanità, puntano il dito sugli stipendi, ma i media fanno finta di non sapere che i dirigenti hanno due contratti a parte, con rinnovi adeguati ad un reddito che è almeno doppio rispetto al comparto. Per non parlare degli eccelsi super direttori, che alle Molinette costano 600mila euro.

giovedì 26 febbraio 2009

il MICRO NIDO: UN VERO AFFARE!!

Come da tradizione molinettiana, le più stravaganti delibere e determine vengono partorite uno o due giorni prima di Natale, o di Ferragosto.
Questa determinazione del direttore del Patrimonio, risalente al 24 dicembre 2008, concerne un comodato, praticamente gratuito, con il quale l'AOU affida il micro nido alla società cooperativa ASS.I.S.T.E.
Stiamo parlando di 644 mq di spazi dedicati. Il contratto si protrarrà fino al 31 agosto 2011. Nel pacchetto di ben quaranta euro annui, con i quali non si affitterebbe neppure uno spogliatoio, sono compresi “beni d'arredo e tecnici funzionali all'espletamento delle attività”, del valore di 160 mila euro, (il cui elenco non è stato allegato alla determinazione). Con quali soldi sono stati acquistati questi particolari “beni d'arredo?”. L'azienda ospedaliera si accollerà anche i costi di approvvigionamento, e la fornitura delle varie forme di utenze energetiche! Quindi se i bambini battono i denti per il freddo, la colpa è della ditta di mamma o papà, che, per arrivare a tanto, sborsano quasi 500 euro mensili! Sarebbe stato molto più giusto che ASS.I.S.T.E. facesse pagare un prezzo veramente “politico” ai figli dei dipendenti. Un vero regalo di Natale (alla cooperativa ASS.I.S.T.E.)!

mercoledì 18 febbraio 2009

SE NON PUOI CONVINCERLI, CONFONDILI!

Battuta attribuita al presidente USA Truman (quello che ha fatto
bombardare Hiroshima e Nagasaki), e ripresa recentemente dalla
Polverini, a proposito della dissociazione della CGIL dall'accordo siglato
da CISL, UIL ed UGL. La CGIL dice che i prossimi contratti penalizzeranno il nostro potere d'acquisto, ma pare essersi dimenticata di aver siglato, con Prodi, contratti nei quali ci scippavano tredici mesi di salario! Potremmo disquisire sui 30 euro in meno, ma in quell'occasione abbiamo perso quaranta volte tanto. Più pesi e più misure; lo sciopero di venerdì 13 era uno sciopero politico. Hanno condotto in piazza decine di migliaia di persone (loro dicono molti di più), a sostegno della mancanza di idee di Veltroni e dei suoi peones. Tre giorni dopo hanno perso le elezioni in Sardegna (e Veltroni si è dimesso). Scioperare contro la crisi è come farlo contro la guerra, la fame, la malattia e la morte (quest'ultima ha recentemente addirittura trovato dei fans nel PD!). In effetti la crisi
potrebbe essere il quinto cavaliere dell'Apocalisse, ma arriva in groppa ad un asino, ed è lenta anche ad andarsene. Confondere i metalmeccanici
significa far credere loro che la crisi occupazionale possa essere sconfitta
da un po' di gente che percuote tamburi, e suona pifferi, in una piazza
romana. Perché la CGIL non si azzarda a suggerire a Marchionne di
tornare a produrre in Italia auto decenti ad un prezzo decente? La CGIL
ha portato in piazza anche il pubblico impiego; naturalmente contro
Brunetta. Ma lui va avanti come un treno, e punta i "fannulloni". Speriamo che si occupi anche degli incompetenti, a partire dall'alto.
Ricordiamo che la legge Brunetta è migliorativa, per quanto riguarda la
mutua, rispetto ai nostri accordi aziendali. La triplice a livello nazionale si è sfasciata quasi completamente. Da noi alle Molinette no: continuano ad occupare l'amministrazione, una settimana sì ed una no. Dopo di che,
come se si fossero messi d'accordo prima, Galanzino compare e concede
tutto, anche quel che non può concedere. Da noi la triplice ha, da sempre, confuso più che convinto, ma, dato l'alto numero di tessere, ha successo. La gente facilmente confondibile produce indirettamente danni assimilabili al fumo passivo. Dovrebbero piantarla di bersele tutte (farsi
furbi)!

giovedì 12 febbraio 2009

Pillole di EDUCAZIONE CIVICA

L'educazione civica consiste nell'educazione dei cittadini. I cittadini (civis) romani avevano uno status, che prevedeva diritti, ma anche doveri. L'educazione civica risale a Platone e a Confucio. In Italia, fu Aldo Moro il primo a introdurre nel 1958 l'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole medie e superiori: due ore al mese obbligatorie, affidate al professore di storia, ma senza valutazione. Visto come si comporta il popolo italiano, viene però da pensare che molta gente si sia fermata alle elementari. Le società devono fare qualcosa per inculcare ai propri cittadini le regole del gioco, che non sono innate, e non sono sempre trasmesse correttamente all'interno delle famiglie. Le leggi sono elaborate da gente preposta a farlo, eletta dalla maggioranza del popolo: dicesi democrazia. Quando una parte politica perde le elezioni, la deve piantare di giocare allo sfascio, perché siamo tutti nella stessa barca. Se un governo, regolarmente in carica, decide, ad esempio, di penalizzare il salario accessorio in caso di assenza per malattia, questa è una legge. Non serve dire: “non mi piace”, o “quello lì è un somaro (o peggio). La legge è quella che è, e deve essere applicata su tutto il territorio nazionale, ospedale Molinette compreso. Alcuni popoli vivono senza un’organizzazione politica paragonabile ad una vera e propria sovranità. Si pensi agli zingari, ma anche in Italia gli esempi non mancano. In questo caso lo Stato non esiste, perché al di sopra degli individui e dei gruppi non c’è alcun potere che li rappresenti e che li orienti verso un obiettivo comune. Questo modo tribale di essere produce iniziative più che altro dettate dall'impeto: partire in cinquanta, per andare ad “occupare” la direzione generale delle Molinette, se si punta il dito contro la legge Brunetta, significa prendere in giro la gente. Galanzino ha constatato come la comunicazione intra-aziendale sia effettuata in primis dai sindacati. Il consiglio che possiamo dargli è di ricorrere anche lui ai volantini. Il direttore generale ha altresì accertato come, in occasione dell'occupazione, la gente abbia creduto veramente che lui potesse derogare ad una legge. Noi sappiamo che non può farlo, e lo sa anche lui. Ma allora perché ha chiesto l'avallo sindacale su una “sospensiva” di tre mesi? Non crederà mica di essere il TAR?

mercoledì 4 febbraio 2009

MOLINETTE DISAPPLICA

Il DL Brunetta, del 26.6.08, non ha agitato più di tanto l’amministrazione molinettiana, e neanche CGIL, CISL, UIL. Si sapeva che il ministro voleva disincentivare la mutua. Brunetta si riferiva apertamente ai fannulloni, che secondo lui, infestano gli uffici pubblici: è uno tra i ministri più simpatici al popolo italiano. Forse perché noi dipendenti pubblici siamo degli incompresi! Alle Molinette non abbiamo fatto una piega, e sembrava che Brunetta ci facesse un baffo. Così il DL 112 non è stato applicato. Il 6 agosto, il DL è stato convertito nella legge 133, ma faceva troppo caldo per agitarci. Settembre, ottobre, novembre e dicembre sono trascorsi tra brainstorming: ognuno a dire quel che gli passava per la testa, parlando due o tre alla volta. Nessuna traduzione simultanea, e nessuna possibilità di rispondere, non avendo modo di capire quale fosse la domanda. Poi l’azienda, a gennaio, ha deciso di regalare una buona fetta dei nostri incentivi ad un’ottantina di posizioni organizzative, e da parte di CGIL, CISL e UIL, EEG piatto! Subito dopo, l’amministrazione ha dato finalmente applicazione alla legge Brunetta, con soli sette mesi di ritardo. Del resto noi dovremmo essere un’azienda ospedaliero universitaria, per via di una legge del 1999. Evidentemente certe leggi scadono come gli yogurt. Il 29 gennaio, un incontro clandestino con i tre amigos; una cosa per niente regolare, ma alle Molinette si studia il diritto per fare il rovescio (e non parliamo di tennis). Pensavamo avessero imparato a memoria il copione, ma ieri ci hanno delusi ancora una volta. Ora hanno inventato una commissione, perché in Italia se non si sa cosa fare se ne forma una. L’amministrazione ha deciso che il numero dei componenti di parte sindacale sia cinque. Questo è il nuovo numero magico: uno più dei cavalieri dell’Apocalisse, e due meno dei nani di Biancaneve. Nel frattempo la legge Brunetta sarà sospesa, perché le Molinette è una repubblica delle banane, dove le leggi dello Stato si possono eludere. Da maggio in avanti, però, neppure la zarina ci potrà più proteggere dal perfido ministro, e le trattenute avranno luogo retroattivamente. In pratica, ieri (3 febbraio) abbiamo perso quattro ore per spostare di tre mesi il problema. Ma molti sindacalisti non hanno ancora capito che cosa sia una legge (e non solo loro). Credono di poterla cambiare o abrogare semplicemente parlandone con Galanzino.

mercoledì 21 gennaio 2009

Una gran pubblicità per FACEBOOK

Una gran pubblicità per FACEBOOK
In questi giorni, alle Molinette, se ne parla molto: l'infermiera o le infermiere che hanno immesso in rete foto di pazienti non informati. La foto di uno di detti pazienti è stata corretta con una scritta che non è stata ritenuta particolarmente simpatica: "sono ciucco perso" ("ciucco" nel senso di ubriaco). Una caduta di stile, ammessa dall'intestataria dello spazio web su Facebook. Analoga caduta di stile si è registrata da parte dei giornalisti che hanno reso noto il nome dell'infermiera. Lei ha ammesso quello che peraltro non poteva negare, perché su Facebook bisogna comparire con il proprio nome ed il proprio cognome. Presumibilmente la collega non intendeva violare il codice penale, e non è detto che lo abbia fatto. Forse lo appurerà la magistratura, forse no. In sede civile, il paziente definito "ciucco perso" potrebbe chiederle i danni, ma al momento pare si siano fatti sentire solo gli Alcolisti Anonimi. Sul versante disciplinare, l'infermiera ha diritto ad un giusto processo, con la presenza di un sindacalista o un legale. Risulta che l'azienda l'abbia però sospesa prima che il suo caso sia stato vagliato dall'ufficio disciplinare. Una gran fretta di incastrare il "mostro", e di sbatterlo in prima pagina. Visto che in prima pagina c'erano cose più importanti, il "mostro" è finito in cronaca cittadina. Gran polverone anche da parte della procura della Corte dei Conti, che potrebbe chiedere all'infermiera i danni d'immagine. Di certo c'è il giudizio sommario dell'azienda, tipo Bulgaria dei bei tempi. Qualora l'infermiera decidesse di rivolgersi ad un legale di quelli veri, potrebbe eccepire sulla fretta da parte della direzione di apparire quel monolite di integrità che, aziendalmente parlando, non siamo. Qualcuno ha ricordato le non poche storie mazzettare della storia recente di questo povero ospedale. Mai come ora si è voluto eccedere nell'espellere il corpo estraneo. Invitiamo l'azienda a rispettare la procedura, senza strafare e senza pre giudicare. Qualche mala lingua ha addirittura detto che le autorità politiche locali sono accorse a stigmatizzare il fattaccio, per distrarre l'opinione pubblica dalla loro incapacità di rispondere all'emergenza neve. In effetti, una correlazione tra quell'infermiera e la neve ci sarebbe: lei lavora al pronto soccorso, dove sono arrivati e continuano ad arrivare i poverini che sul ghiaccio sono scivolati ed ancora scivolano. A proposito della procura della Corte dei Conti, auspichiamo che siano altrettanto ben disposti a vagliare situazioni di spesa non proprio legittima. Il ventitré dicembre l'azienda ha deliberato sulle posizioni organizzative. Non avrà mica confermato le posizioni organizzative non concertate con la rappresentanza sindacale unitaria? Non avranno per caso confermato i termini di un accordo sindacale scaduto nel 2006?