venerdì 12 dicembre 2008

MOLINETTE, 9 DICEMBRE, DEFICIT E POSIZIONI ORGANIZZATIVE

Comunicato congiunto UGL, UnSiAu
MOLINETTE, 9 DICEMBRE, DEFICIT E POSIZIONI ORGANIZZATIVE
Il direttore generale ha esordito dicendo che l'azienda è stata richiamata per deficit di bilancio. E non è la prima volta che Galanzino, Giunta e Davini si vedono passare sotto il naso quello che loro stessi definiscono “cartellino giallo”.
Chiudere due ospedali, il San Vito e lo SGAS, non poteva rilanciare la produttività.
Diminuire i posti letto non poteva recare vantaggi alla collettività. Non si può parlare di produttività nel servizio sanitario, perché non vendiamo né automobili, né banane.
Dovremmo guarire la gente, e, per farlo, l'offerta deve adeguarsi alla domanda.
Se, ad esempio, coll'incremento dell'età media della popolazione, aumentano le patologie dell'apparato urinario, dobbiamo potenziare le urologie.
Non ha senso dire che a Ceva ed a Susa debbano nascere tot. bambini, perché lo afferma qualche studioso americano. Cosa facciamo allora? Chiudiamo i centri nascita in questione, e costringiamo le donne a partorire in Francia? Non dimentichiamo che quelle donne pagano le tasse in Piemonte, non in Francia.
Se le Molinette persevera nel suo deficit di bilancio storicizzato, è anche colpa di tutto quello che i dirigenti hanno appaltato. La sanità pubblica può andare sotto per curare anche le malattie meno diffuse e rare, ma non deve andare sotto perché le tende arrivano da Venezia ed i toner delle fotocopiatrici da Milano.
Parliamo di deficit e di tirare la cinghia, poi l'azienda ci propone un taglio agli incentivi, per incrementare le posizioni organizzative. Noi abbiamo presentato una controproposta sulle posizioni organizzative: le criticità sono quasi tutte sanitarie, perché questo è un ospedale.
La constatazione ha posto in agitazione Galanzino. “Questo è un ospedale? Lo sapevo già!” Allora per quale dannato motivo dovremmo continuare a mantenere quasi quattrocentomila euro di bonus extra-stipendiale per i privilegiati?
La nostra proposta individua una decina di vicarialità amministrative: funzionari che sostituiscono il direttore. Se in quella struttura più o meno complessa ci sono dei dirigenti, ci pensino loro a sostituire il grande capo.
Alla decina di vicarialità, aggiungiamo tutte le criticità reali: prevalentemente i reparti di degenza. Il nostro slogan potrebbe essere:
questo è un ospedale, e la salute non si “produce”.
La proposta di FIALS, FSI, NURSING UP, UGL ed UNSIAU è stata spedita al direttore generale per posta elettronica, oltre che essere stata affissa un po' dappertutto. Anche la UIL ha presentato una sua proposta, che premierebbe le criticità, senza però tagliare gli sprechi nell'ambito amministrativo. CGIL e CISL sono rimaste a guardare, come se stessimo parlando di chissà quale astrazione, priva di connotazioni salariali.
Strano modo di fare sindacato!

martedì 11 novembre 2008

L'asilo aziendale Molinette

Il 10 novembre è stato inaugurato il nido aziendale Molinette. L'idea, "partorita" dalla sottoscritta Lucrezia Zurzolo, è stata stravolta, fino a realizzare una struttura per "bimbi ricchi": 495 euro al mese, non differenziando in base al reddito. Mentre sarebbe stata mia intenzione proporre una retta mensile a prezzo "politico". L'asilo doveva essere gestito direttamente dall'azienda, utilizzando proprio personale (molte dipendenti mi hanno segnalato di essere in possesso del titolo di studio attinente). Non dimentichiamo che l'asilo è stato interamente finanziato con denaro pubblico; quindi i dipendenti pubblici dovrebbero trarne vantaggio. Invece no! Grazie compagno Galanzino! Ho riscontrato, da RAI3, come l'offerta di posti non sia stata accompagnata da altrettanta domanda: ci sarebbero (dicono loro) ancora quattro posti liberi. Questo contandone ventiquattro, ma noi sappiamo che i posti sono quarantasette. A che gioco stiamo giocando? Quindi il Galanzino sbandiera, in presenza della presidente della Regione, Bresso, un successo fasullo (di cui peraltro non avrebbe alcun merito), giacché i posti vuoti sono ben ventisette! Forse è troppo caro! Il mio progetto risale al 2001, quando la legge finanziaria prevedeva sgravi fiscali per le aziende che avessero attivato un nido aziendale. L'iter ha molto sofferto a causa di ostacoli di tipo "ideologico", che non dovrebbero trovare spazio quando si cerca di costruire qualcosa di buono per i lavoratori ed i loro figli. Non mi hanno neppure invitata all'inaugurazione, e forse non hanno neppure invitato il direttore generale che approvò e sostenne il progetto asilo nido, dott.Monchiero.